L’ernia Cervicale
Cos'è l'ernia cervicale, quali sono le cause, i sintomi più comuni e come saperla gestire.
L'ernia cervicale è un disturbo definibile come una sporgenza di un disco intervertebrale del tratto cervicale che comprime le radici nervose dirette ad un arto superiore e, talvolta, anche al midollo spinale. L'ernia cervicale è percepita come un disagio altamente invalidante, esordisce con dolore intenso, penetrante e persistente. Si tratta di un disturbo abbastanza diffuso che, pur non essendo molto grave, può però portare all’inattività chi ne è colpito.
La regione cervicale è senza alcun dubbio la sezione più delicata della nostra colonna vertebrale. É composta in tutto da sette vertebre, tra le quali sono situati i dischi intervertebrali. In questi dischetti di ammortizzazione tra una vertebra e l’altra si trova un nucleo polposo, il quale, se sottoposto a sollecitazioni eccessive e usuranti, può fuoriuscire dalla sua naturale sede, generando proprio un’ernia cervicale.
Quali sono le cause che portano a un’ernia cervicale?
• Posture errate mantenute per anni, soprattutto mantenute per tante ore (esempio in ufficio davanti ad un monitor)
• Sovraccarichi muscolari: lavori fisici faticosi possono portare a un aumento di tono muscolare della zona cervicale con conseguente usura delle sostanze molli. Questi sovraccarichi si possono manifestare o con delle contratture cervicali oppure con una sorta di rigidità di tutto il distretto cervicale.
• Tensioni fasciali
• Traumi ripetuti: passare molte ore sullo scooter, guidare, praticare sport di contatto possono, a lungo andare, potrebbero danneggiare la struttura intervertebrale
• Ansia e stati d’animo alterati: persone con classico atteggiamento in chiusura anteriore, tendono ad avere una respirazione toracica con iperlavoro dei muscoli del collo, essendo accessori nel movimento della respirazione; questo comporta ad uno spostamento anteriore della testa e del collo rispetto alle spalle, con conseguente spostamento del carico il quale, se non distribuito efficacemente, favorisce la formazione di una discopatia. Pensate che questi stati d’animo possono generare anche problemi di sbandamento che possono essere riassunti come vertigini da stress.
• Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare: la zona cervicale è fortemente influenzata dalla “salute” dell’articolazione della mandibola e dalla qualità dell’apertura della bocca; un’ alterazione del movimento di questa può portare nel tempo a un sovraccarico funzionale. Tutte queste condizioni portano a un aumento del tono muscolare nella zona determinando quindi maggior forza di compressione generando quindi il disturbo e il processo di erniazione.
Sintomi dell’ernia cervicale
I sintomi più comuni sono:
• Dolore: Il dolore può essere localizzato solo al collo (cervicalgia) o irradiarsi alla scapola, a livello dell’arto superiore fino alla mano e alle dita (cervicobrachialgia).
• Cefalea: non di rado al dolore cervicale si associa la presenza di mal di testa.
• Contrattura muscolare: quasi sempre il dolore si accompagna a una contrattura muscolare, in particolare a carico del muscolo trapezio; ha più spesso un significato di protezione antalgica.
• Limitazione articolare: l’articolarità del rachide cervicale è tipicamente limitata in una o tutte le direzioni di movimento. Anche questo può essere considerato in modo finalistico come un atteggiamento di difesa dal dolore.
Segni neurologici
Spesso il dolore si accompagna a sintomi neurologici, quali alterazioni della sensibilità (formicolio, intorpidimento) e della forza muscolare muscolare. I muscoli che possono essere interessati sono il deltoide, bicipite brachiale, tricipite, i flessori dell’avambraccio, l’eminenza del tenar e i muscoli lombricali. La distribuzione del deficit neurologico è strettamente connessa con la sede del danno.
Come detto in precedenza, le vertebre cervicali sono numerate da 1 a 7 cosicché la prima vertebra cervicale è chiamata C1, la seconda C2 e così via. A seconda del livello dell’ernia cervicale i sintomi sono diversi.
Di seguito viene fornito un riepilogo:
• Ernia cervicale C4-C5: un’ernia cervicale a livello del disco intervertebrale compreso tra le vertebre C4 e C5 coinvolge più frequentemente la radice nervosa C5. Questo determina un dolore localizzato a livello della spalla e una debolezza a carico del muscolo deltoide. Deficit di sensibilità (intorpidimento o formicolio) sono rari per questo livello.
• Ernia cervicale C5-C6: un’ernia cervicale a livello del disco intervertebrale compreso tra le vertebre C5 e C6 coinvolge più frequentemente la radice nervosa C6. Può essere presente una debolezza del muscolo bicipite brachiale e dei muscoli estensori del polso. Il dolore e i disturbi sensitivi possono irradiarsi dal collo fino al margine radiale della mano (dalla parte del pollice).
• Ernia cervicale C6-C7: un’ernia cervicale a livello del disco intervertebrale compreso tra le vertebre C6 e C7 coinvolge più frequentemente la radice nervosa C7. Questo può causare una debolezza del tricipite (muscolo localizzato sulla superficie posteriore del braccio e che ha la funzione di estendere il gomito) e dei muscoli estensori delle dita. Il dolore e i sintomi sensitivi possono irradiarsi lungo la superficie dorsale del braccio fino al dorso della parte centrale della mano e del terzo dito. Il livello C6-C7 è statisticamente il sito più frequente di ernia cervicale.
• Ernia cervicale C7-T1: un’ernia cervicale a livello del disco intervertebrale tra le vertebre C7 e T1 coinvolge più frequentemente la radice nervosa C8. Può manifestarsi con debolezza nella motricità della mano. Il dolore e i sintomi sensitivi di solito irradiano lungo il braccio fino alla superficie ulnare della mano fino al quinto dito.
Indagini
Le indagini più comunemente utilizzate per confermare o escludere la presenza di un’ernia cervicale e per definirne la sede, la gravità e la conseguente richiesta di valutazione neurochirurgica sono la Risonanza magnetica, la TAC e l’Elettromiografia.
La Risonanza Magnetica
La Risonanza magnetica permette di evidenziare un’eventuale ernia, la posizione ed il tipo. Č possibile vedere anche la presenza di osteofiti (ovvero veri e propri becchi ossei, che possono essere la causa della compressione del nervo).
TAC
La TAC permette di evidenziare meglio la componente ossea, anche se difficilmente è richiesto come esame diagnostico.
Elettromiografia
L’Elettromiografia valuta l’attività elettrica di un muscolo a riposo e durante la richiesta di contrazione, oltre che della componente sensitiva del nervo. Una radicolopatia compressiva da ernia cervicale può comportare un quadro di denervazione dei muscoli innervati da quella radice.
Massage Therapy e i suoi benefici.
Il 90% di tutte le ernie cervicali, comunque, si risolve con un trattamento conservativo. La terapia comprende il trattamento sia del dolore, che delle cause che hanno generato il disturbo. Il ruolo di un Massage Therapist è fondamentale per ottenere un miglioramento a livello globale sull’apparato muscolo scheletrico. Dopo una attenta anamnesi il Massage Therapist crea un “treatment planning” per la guarigione del paziente.
Cosa può fare un Massage Therapist?
In primis l’obiettivo principale è quello di diminuire il dolore sul distretto cervicale, usando delle tecniche specifiche come la “trigger point therapy”, lavorare sulle restrizioni fasciali, e usando la tecnica del deep tissue. Tutte queste tecniche aiuteranno il paziente a far diminuire quell’ipertrofia muscolare causata dal dolore o da una postura sbagliata, creando un rilassamento a livello muscolare e una migliore ossigenazione del sangue.
A livello articolare il Massage Therapist può adottare la tecnica della “joint play therapy”. Lo scopo di questa tecnica è quello di diminuire la tensione a livello articolare, creando più spazio tra una vertebra e l’altra, aumentando il ROM dell’articolazione cervicale.
Un tool fondamentale che il Massage therapist può usare è “la cupping therapy”. Tramite delle coppette di plastica e una pistola, il Massage Therapist aspira la pelle tipo effetto “ventosa” creando un aumento del flusso sanguigno, pertanto si ha un’infiammazione positiva che aiuta a rompere le adesioni tra i vari strati della pelle arrivando al tessuto connettivo ed infine ai muscoli. I vantaggi delle coppettazione sono vari tra cui: diminuzione del dolore, aumento del rom, diminuzione delle aderenze fasciali, aumento del flusso sanguigno, promuove il rilassamento stimolando il sistema nervoso parasimpatico.
Consigli per uno stile di vita migliore
Questo è un punto fondamentale che spesso viene sottovalutato dal paziente una volta che il dolore viene gestito e si ritorna nella propria “comfort zone”.
Oltre al trattamento terapeutico effettuato, il paziente deve tenere conto di alcuni accorgimenti per migliorare il proprio stile di vita. Un ruolo fondamentale è l’esercizio fisico.
Il regolare esercizio fisico è importante per mantenere o migliorare una buona elasticità muscolare e impedire loro di diventare corti e ipertrofici, e correggere quelli squilibri muscolo scheletrici che si son venuti a creare in precedenza.
• Migliorare la postura: il modo in cui si sta seduti, oppure si sta in piedi, può avere un impatto a lungo termine sulla salute di una persona. Bisogna essere consapevole dove una persona accumula più stress. L’obiettivo è quello di avere una corretta postura così da ridurre la formazione di trigger points, e ipertrofia muscolare e diminuzione del ROM.
• Dormire a sufficienza: il sonno ha un ruolo importante per il corpo in molti modi, quindi date al corpo abbastanza tempo per ripristinare le energie profuse dopo un giorno di attività.