La Frattura Ossea

La Frattura Ossea

La frattura è la rottura parziale o completa di un osso.
Le ossa, per quanto solide e robuste, possono rompersi (fratturarsi) in risposta all’applicazione di una forza esterna che superi la loro capacità di resistenza.
Una frattura può verificarsi a causa di un trauma diretto (ad esempio per una caduta) o indiretto (es. la frattura della gamba di uno sciatore o di un calciatore che entra in torsione per il piede bloccato dallo scarpone o dal terreno).
Altre volte una frattura si presenta in seguito a microtraumi ripetuti (frattura da stress): è quanto accade ad esempio negli atleti che sottopongono a sollecitazioni ripetute le ossa dei piedi (es. saltatori, giocatori di basket, marciatori, danzatori).
Alcune volte però le fratture compaiono in seguito a un minimo trauma: è quanto si verifica ad esempio in presenza di una grave forma di osteoporosi, una malattia che riduce la densità dell’osso e ne altera l’architettura, rendendolo meno resistente e più prono alle fratture, che si verificano tipicamente a livello della colonna vertebrale e del femore.
Le fratture possono anche comparire spontaneamente, cioè senza essere precedute da un trauma apparente, come accade nelle ossa interessate da tumori o da metastasi, e vengono dette in questo caso fratture "patologiche".
Nel descrivere una frattura, oltre a indicare il nome dell’osso fratturato, si specifica se la frattura è chiusa o aperta (o esposta), nel secondo caso si intende che l’osso fratturato ha attraversato la cute soprastante ed è dunque a contatto con l’ambiente. Questa condizione favorisce tra l’altro la comparsa di infezioni a carico dell’osso stesso (osteomieliti).
La frattura viene definita composta se le parti dell’osso interessate dalla frattura rimangono nella loro posizione anatomica originale, scomposta è invece la frattura caratterizzata dallo spostamento dei monconi ossei rispetto alla sede anatomica originale.

In base al meccanismo traumatico che provocano, le fratture vengono divise in:
trasversa (se la rima di frattura, cioè la linea di rottura, attraversa l’osso perpendicolarmente all’asse longitudinale)
obliqua (se la rima di frattura attraversa l’asse maggiore dell’osso in maniera obliqua)
spiroide (se la rima di frattura forma una spirale intorno all’osso, e in questo caso la frattura è la conseguenza di un trauma in torsione dell’osso)
da compressione (quando una parte dell’osso si arresta contro un ostacolo di una parte del corpo, come per le fratture dei corpi vertebrali)
da trazione o da strappo (provocate dalla trazione esercitata da un legamento o da un tendine sul punto di inserzione nello scheletro come le fratture della base del 5° metatarso del piede per azione del tendine peroneo breve)
comminuta è la frattura se l’osso è rotto in tante piccole parti
• la frattura si dice ingranata quando i due frammenti si incastrano l’uno con l’altro (tipicamente a livello del collo del femore o dell’omero).

Oltre alle fratture, anche i tessuti dell’apparato muscoloscheletrico possono essere danneggiati in altri modi:
• Le ossa che compongono le articolazioni possono separarsi completamente (lussazione) o solo parzialmente (sublussazione).
• I legamenti, che collegano le ossa tra loro, possono lacerarsi (distorsione).
• La lacerazione può interessare i muscoli (strappo).
• La lacerazione può interessare anche i tendini, che collegano i muscoli alle ossa (rottura).

Quali sono i sintomi di una frattura?
Una frattura provoca un dolore più accentuato e sintomi, come:
• deformazione dell'arto
• gonfiore
• incapacità di muovere l'arto
• tumefazione
• ecchimosi
• dolore
• pelle pallida intorno all'area interessata
• se si tratta di una frattura aperta, può esserci sanguinamento
I segni e i sintomi di una frattura variano a seconda dell'osso, dell'età del paziente e della salute generale, nonché della gravità del danno.
Quando è interessato un grande osso, come il bacino o il femore il paziente può avere senso di vertigini,nausea,sudorazione e pallore.

Frattura ossea: la diagnosi
In molti casi la diagnosi può risultare molto semplice, ma l’esecuzione di un esame radiografico è sempre indispensabile; è infatti necessario definire con accuratezza sia la morfologia che la localizzazione della frattura. Nel caso di particolari fratture (per esempio quelle che interessano il bacino o la colonna vertebrale) è spesso necessario eseguire una TAC per verificare l’eventuale presenza di lussazioni associate.

Frattura ossea: trattamento e fasi della guarigione
Dopo le osservazioni radiologiche, lo specialista ortopedico effettuerà, nel caso siano necessarie, le manovre di riduzione della frattura; provvederà poi all’immobilizzazione della parte colpita con un’ingessatura o con apposito tutore. Questi interventi hanno lo scopo di facilitare e velocizzare le fasi della guarigione che, nel caso delle fratture ossee, sono sostanzialmente cinque. La prima, della durata di un paio di settimane circa, è rappresentata dalla riduzione dell’ematoma, dalla stabilizzazione della frattura e dagli stimoli cellulari per la produzione di una nuova struttura ossea.
Nel corso della seconda fase si assiste a una produzione temporanea di un tessuto di guarigione piuttosto soffice detto tessuto di granulazione; questa fase può durare dalle 4 alle 16 settimane a seconda dei casi.
Nella terza fase si ha la sostituzione del tessuto di granulazione con un tessuto temporaneo più duro noto come callo di ossificazione.
Durante la quarta fase, il callo di ossificazione viene sostituito da del tessuto osseo vero e proprio.
La quinta e ultima fase è rappresentata dal fenomeno di rimodellamento; di fatto l’osso, nel giro di un tempo abbastanza lungo, un anno o addirittura di più, recupera progressivamente la sua forma originaria.

Come Massage Therapy può aiutare le persone che hanno subito una frattura ossea.
• Diminuzione del dolore
• Linfodrenaggio per ridurre un eventuale edema e applicazione di un taping kinesiologico
• Diminuzione dell’atrofia muscolare
• Eliminazione di possibili Trigger Points
• Diminuzione di adesioni tramite la tecnica della fascia o all’utilizzo della “coppettazione”
• Joint play per aumentare il ROM dell’articolazione
• Elongazione dei muscoli corti e ipertrofici tramite esercizi di stretching
• Educare il paziente con esercizi mirati per una maggiore mobilità dell’articolazione